Il percorso ha lo scopo di trasmettere i principi di base per suonare consapevolmente le campane tibetane; il programma prevede una parte dedicata alle origini storiche dello strumento, alcuni cenni relativi alle proprietà fisiche ed energetiche del suono e, soprattutto, ampio spazio per la pratica.
Il corso viene svolto nell’arco di tre moduli per un totale di 48 ore. Viene rilasciato attestato di partecipazione.
Il CORSO E’ APERTO A TUTTI e non è richiesto alcun tipo di esperienza precedente in relazione al suono o alla musica. Chi non fosse in possesso di una propria campana potrà servirsi di quelle fornite dall’organizzazione, eventualmente disponibili anche per l’acquisto.
Conduce il corso Giovanni Del Casale, operatore olistico professional ai sensi della legge 4/2014, iscritto SIAF n.ER2568P
Stimoleremo una propensione all’ascolto profondo nella relazione con sé stessi e con gli altri, cercando di sviluppare una sincera intenzione di essere di beneficio per entrambi.
Impareremo a percepire il suono peculiare di ogni ciotola insieme alle vibrazioni delle frequenze armoniche più evidenti; andremo a sviluppare l’attenzione non solo con le orecchie ma con tutto il corpo, alla ricerca delle molteplici riverberazioni che il suono può produrre su di noi.
Saranno trasmesse le varie tecniche esecutive e le principali modalità di trattamento e auto-trattamento. Cercheremo infine di capire come imprimere al suono la giusta intenzione mentale, al fine di ottenere un effetto più focalizzato.
L’uso delle ciotole sonore si integra efficacemente con tutte le pratiche olistiche e vibrazionali, potenziandone gli effetti e la loro durata nel tempo.
La potente energia delle campane tibetane può essere sperimentata in varie modalità tra cui quella del cosiddetto “bagno sonoro”. Si tratta di una pratica di gruppo durante la quale i partecipanti sono invitati a sdraiarsi comodamente a terra al fine di ricevere le vibrazioni delle ciotole nel modo più confortevole possibile, abbandonando ogni tensione fisica e mentale.
L’esperienza, della durata di circa 45 minuti, viene introdotta da una breve presentazione in cui sono illustrate le molteplici proprietà benefiche del suono e delle campane in particolare.
Il principale e più comune effetto del bagno sonoro è quello di portare rapidamente la mente in uno stato di profondo rilassamento; ciò è dovuto al fatto che le vibrazioni delle ciotole sono in grado di abbassare la frequenza delle onde cerebrali emesse dal cervello fino al livello alfa (dagli 8 ai 13,9 Hz), tipiche della veglia ad occhi chiusi e degli istanti precedenti l’addormentamento. L’esposizione alle frequenze delle campane, soprattutto se ripetuta con una certa continuità nel tempo, è in grado di riportare benessere nel sistema corpo-mente in virtù delle naturale proprietà armonizzanti del suono.
Nonostante siano diffuse in occidente da ormai alcuni decenni, le campane tibetane rappresentano ancora, per molti versi, un mistero. Poco è rimasto della memoria storica e dei lignaggi di origine; spesso ciò che si narra a tal riguardo sembra appartenere maggiormente alla sfera dei miti e delle leggende che non a tradizioni e usanze riscontrabili nella realtà. La stessa provenienza geografica delle ciotole sonore è abbastanza incerta; probabile che esse siano nate nella regione himalayana e poi, successivamente, si siano diffuse in ampie zone dell’Asia, tra cui anche il Tibet.
Quel che è certo è che il Nepal ha rappresentato lo snodo cruciale per la loro popolarità, soprattutto negli anni sessanta, grazie all’arrivo a Kathmandu di tanti giovani occidentali attratti da una cultura per loro nuova e ricca di valori spirituali. Il Nepal ha una grande tradizione metallurgica e questo ha fatto sì che le campane, internazionalmente note come “singing bowls”, potessero essere forgiate con notevole maestria e, soprattutto, in quantità sufficienti a soddisfare le crescenti richieste del nuovo mercato.
Le ciotole sonore sono quindi arrivate fino a noi ma senza libretto delle istruzioni; da allora molti ricercatori occidentali hanno posto sotto osservazione questi arcani oggetti cercando di elaborare delle tecniche per estrarne qualcosa di costruttivo, o in senso strettamente musicale o, più spesso, per scopi terapeutici e meditativi. Al giorno d’oggi esistono pertanto diverse scuole, alcune più legate alla tradizione altre meno, ognuna con le sue peculiarità.
Nella simbologia tradizionale le ciotole sonore sono costituite da una lega di sette metalli associati ai sette corpi celesti dell’antichità: oro per il Sole, argento per la Luna, ferro per Marte, stagno per Giove, rame per Venere, piombo per Saturno e mercurio per Mercurio.
È ormai abbastanza assodato che la storia dei sette metalli sia più simbolica che reale; la sua funzione principale pare essere piuttosto quella di ricordarci che questi antichi strumenti possono collegare l’uomo con le energie del cosmo.
In accordo ad alcune fonti, le ciotole sonore venivano costruite seguendo i cicli lunari e caricate energeticamente tramite la recitazione delle sacre formule sonore dei mantra; secondo quanto riporta il musicoterapeuta nepalese Suren Shrestha è proprio l’intenzione positiva impressa durante la loro fabbricazione a rendere terapeutico l’effetto delle campane.
Normalmente le persone che ascoltano per la prima volta il suono delle singing bowls ne restano incantate; di fatto stanno compiendo un’esperienza percettiva del tutto nuova, non solo in senso strettamente sonoro.
Le vibrazioni delle campane, specialmente se applicate direttamente sul corpo, inducono infatti stati di rilassamento pressoché istantanei e producono delle onde che possono risuonare per ore dopo la fine del trattamento. Il principio della risonanza fa sì anche che le tensioni e i blocchi energetici del corpo vengano sciolti, riportando il sistema psicofisico ad uno stato di maggior equilibrio.
L’esperienza degli operatori rivela che le caratteristiche principali delle campane sono almeno due: velocizzano i processi di cura e ne mantengono più a lungo gli effetti. Spesso infatti le ciotole vengono abbinate a trattamenti olistici come l’agopuntura, il massaggio, lo shiatsu, ecc, potenziandone l’effetto benefico.
Eppure ci si chiede ancora perché le campane affascinino così tanto praticamente chiunque venga in contatto con la loro vibrazione, quale mistero si celi dietro il loro peculiare suono.
Esperti a parte, probabilmente pochi sono a conoscenza del fatto che ogni vibrazione in realtà è composta da un onda principale più una serie pressoché infinita di altre onde a frequenza crescente e matematicamente ordinate, che sono però per lo più indistinguibili le une della altre; se per ipotesi disponessimo un “prisma acustico”, potremmo scomporre il suono, per esempio di un pianoforte, in uno spettro non dissimile da quello cromatico e “vederlo” come un insieme di frequenze che vibrano insieme. In effetti ciò è davvero possibile grazie ad uno strumento chiamato spettrogramma.
Questi “suoni dentro al suono” vengono chiamati armonici naturali e sono i principali responsabili della ricchezza e della particolarità timbrica di un suono.
Le campane tibetane sono ricche di tali armonici naturali; quando le suoniamo producono quindi più vibrazioni contemporaneamente, sia udibili che non udibili.
In molte discipline orientali, come ad esempio il Nāda Yoga (Yoga del Suono), si afferma che ogni armonico entra naturalmente in risonanza con un determinato chakra o centro vitale del corpo sottile. Se ne deduce che la vibrazione delle ciotole sonore mette in movimento di simpatia più chakra nel medesimo istante, con effetto rivitalizzante.
Che sia questo uno dei motivi per i quali le ciotole ci procurano un benessere così profondo ed immediato? Le campane tibetane, con la loro vibrazione al tempo stesso arcana e familiare, fanno pensare al suono dei pianeti, a quell’armonia naturale dell’universo che Pitagora chiamava “Musica delle Sfere”.